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Fiordifango

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punto e mezzo
Il suo racconto

 

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mi sono appena svegliato e mentre faccio il te

guardo dalla grande finestra il quadro
virtuale che appare dall’esterno tra le querce
e gli arbusti della siepe che cinge le case map
moduli abitativi provvisori. mentre bevo il te
ho letto sulla zuccheriera poggiata sul tavolo
questa frase: come sempre i granelli di
zucchero si svegliano di buona ora e di buon
umore. su un manifesto appeso al muro c'è

scritto il signor auanagana incontra i colori.
sono a fontecchio vicino l’aquila nella valle
subequana, uscito di casa faccio una lunga
passeggiata la montagna di fronte a me in
lontananza il sirene innevato e la nebbia a
mezza altezza che copre la valle in modo
soffice come zucchero filato. mi sono fermato
al bar del paese a leggere un quotidiano e
prendere un caffè.

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sopra al bancone un foglio bianco appiccicato
con lo scotch, cè scritto: (io) parlo (tu) parli
(egli) parla se (noi) non parlassimo (voi) non

rispondereste ed (essi) tacerebbero n.b.
(capirsi in silenzio) scritto da un certo dino
lisi. esco dal bar e riprendo la passeggiata e
mi avvio verso il paese medievale dove
incontro valeria con il suo bel cane, mi
consiglia di visitare il borgo dove lei abita.

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appena passato sotto l arco della porta leggo
su un muro: prigioniero dei sogni, scritta
rimasuglio di uno spettacolo teatrale di
qualche tempo fa. continuando a salire sul
selciato leggo via pico fonticulano, penso
quasi ridendo a uno stralunato personaggio

dei fumetti, poi di seguito su un muro
fondazione pico fonticulano e la targa in
pietra, piu avanti, dedicata a geronimo pico
fonticulano: singolare aritmetico
giuditiosissimo architetto e geografo, anche
la via porta il suo nome. mi viene in mente
una breve storia:

​

come sempre i granelli di
zucchero si svegliano di
buona ora e di buon umore e
come sempre a fontecchio un
giorno il signor auanagana
incontra un prigioniero dei
sogni un certo pico
fonticulano che dice: oggi è
sempre domenica!

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percorro tutto un sentiero in pietra immerso
nel verde tra fontane e ruscelli con il suono
dell' acqua che mi accompagna e
canticchiando: che meraviglia, che
meraviglia l’acqua non nasce nella bottiglia
arrivo alla kap centro culturale gestito da un
collettivo di ragazzi che vivono a fontecchio.

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con manuele e giordano impastiamo a piedi
nudi la terra la sabbia e la paglia per finire il
forno sociale iniziato qualche giorno fa
durante il laboratorio mad mod mad fango
moderno pazzo che si sta svolgendo durante
il festival cum-panis di arte musica e
spettacolo. arriva luca con due ragazze clown
le brucaliffe pomposa rosa gaia e simona giò
giò e dopo aver impastato la terra con noi mi
hanno regalato un fiore realizzato con i
palloncini colorati: un dono per fiordifango.

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finito il forno cum-panis andiamo tutti nella
grande e bella piazza medievale dove cè il
vecchio forno comunitario acceso per l
occasione per mangiare le pizze afro
aquilane. nel pomeriggio siamo andati con
nicolò manuele valeria palazzo baronale
corvi, dove è vissuto un periodo il fumettista
pino zac. qui è rimasto tutto il suo archivio la
biblioteca e lo studio con gli attrezzi e i colori
del suo lavoro. tutto versa nel piu assoluto
abbandono anche le stanze con cucine
ammobili letti tutto in attesa di restauro.
abbiamo appeso alle finestre il grande telo
bianco con le scritte in favore delle donne
afgane.

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nel giardino del palazzo dove fino a qualche
anno fa proiettavano film d’estate bellissimi
tulipani rossi che spiccano tra il verde delle
piante officinali e le verdure spontanee. la
giornata poi è scemata e conclusa nella
semplicità nella tenerezza e nella gioia del
grande brindisi collettivo offerto dai ragazzi
del bivacco, piccolo chiosco, con le
bottigliette rosse del campari portate tutte in
alto verso il cielo come rito propiziatorio per
la fine di questo bel festival alla sua prima
edizione.

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qui la storia in breve:

​

del pane si mangiano anche le briciole.

è l’essenza di una relazione,

gli elementi si uniscono e separano tutti,

bisogna sapere impastare bene.

il pane si mangia con amore,
tutti vogliono poterlo mangiare,

il pane è condivisione

(Debora Frasca)

​

difendi la creatività sostieni l’autocostruzione
cè scritto sulla tessera di sostegno al progetto
arte sociale cum panis (united art)

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in questi giorni anche per la grande empatia
che si è creata con i ragazzi della kap sono
stato molto bene e mi sono sentito in
armonia con quelli che hanno partecipato al
laboratorio: mi sono sentito veramente me
stesso! ho parlato tanto con tutti ed è passata
tanta gente interessata al lavoro di
autocostruzione. sono venuti da sulmona
nina Roberta da sulmona e nina ha lasciato la
sua firma con un piccolo cuoricino. silvia
artigiana che lavora la cartapesta e realizza in
particolare le pupe per le feste tradizionali.
ho conosciuto vera che fa spettacoli di strada
e stic dj che suona musica elettronica,
incontrato davide che ha realizzato un film
sulla neo ruralità.

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filippo il giornalista visto quasi tutti i giorni
vive a goriano valli un paese vicino e anche
manuela dall’aquila. ho avuto una bella
discussione filosofica con una donna di nome
ambra. ho visto e salutato sara erborista
diana scultrice marifi e giada autentiche
scoperte. ho incontrato pure il grosso
personaggione, come dice lui, marco manilla
che ha realizzato un bel giardino officinale
fuori le mura del paese. ripenso ancora al
fantastico brindisi in piazza con il campari
assieme con le bottigliette che suonavano
rosse nel vetro e nell’aria.

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La rassegna è terminata nel giorno della
Festa della Liberazione, martedì 25, con una
giornata dedicata soprattutto ai più piccoli
con i giochi in piazza la mattina, un pranzo
sociale a base di pizze a volontà realizzate da
Samassekou Sekou rimettendo in funzione
l ’antico forno comunale, mentre i l
pomeriggio è stato animato da performance
varie concluso con lo spettacolo teatrale a
cura del Teatro stabile dell’Aquila in
collaborazione con Brucaliffo Con gli occhi di
un clown, regia di Emilio Ajovalasit, con
Cecilia Cruciani

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Cosa è dunque questo pane per una
comunità, quali sono gli elementi essenziali
che si condividono? è un invito a guardare al
di là della superficie delle cose, e ad indagare
sul come le maschere che indossiamo
influenzano la nostra vita e le relazioni con
gli altri, creando frammentazione interiore
che non può far altro che riflettersi
all’esterno. È un invito a considerare la
diversità come una forza positiva e a cercare
un linguaggio comune, per connettere le
comunità.

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si stavo pensando che nei laboratori sulla
terra cruda oltre alla trasmutazione della
materia, anzi delle materie: terra+paglia
uniti dall’acqua diventano oggetto forno
muro casa scultura, la cosa più interessante è
la trasmutazione dell’essere che viene
coinvolto nella sfera emotiva fisica e psichica.
fisica: impastando con tutto il corpo
lavorando con i piedi e con le mani si
scaricano tensioni muscolari e tendinee con il
fango composto di terra e paglia che assorbe
perfettamente i movimenti del corpo.
psichica: durante le performances con la
terra cruda lavoriamo molto sulla fiducia e
sull’appartenenza a volte anche con esercizi
specifici e quando facciamo parte del gruppo
di lavoro ci sentiamo più sicuri accolti e
curati

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emotiva: ci divertiamo, durante le fasi del
laboratorio, con suoni danze poesie racconti
musica parole posizioni yoga. per questo
diciamo e ripetiamo che il processo è più
importante del prodotto, perché durante il
percorso si sviluppano i tre livelli
d’intelligenza emotiva cognitiva e sociale.
questo laboratorio a fontecchio svoltosi
durante sul festival cum panis è stato
particolarmente bello, si è creata molta
empatia nel gruppo e il cantiere armonico ha
risuonato alle giuste frequenze. spero tornare
alla festa di inaugurazione e proporre esercizi
rimeditazione no mind e meditazione no
dimension: grammelot, movement sound,
gibberish. a livello bioenergetico il corpo
riceve benessere psicofisico attraverso le
varie connessioni e sul grondino o
radicamento o dell’earthing, a piedi nudi.

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con il movimento fisico a piedi nudi sulla
terra e sulla paglia rilassiamo il corpo e
riequilibriamo l’energia elettromagnetica, il
corpo umano isolato dalla plastica delle
scarpe si carica di energia positiva e la terra
ha carica negativa. riequilibrio bioenergetico
motore di vita per la natura psicofisica
umana.

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Nota - Per potersi sollevare sino alle stelle,
non basta vincere la forza di gravità. Occorre
prima spezzare le catene che opprimono il
lavoro, l’intelletto, l’animo umano!

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